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Santa Lucia

LAVORI DI CONSERVAZIONE SCULTURA LIGNEA “SANTA LUCIA

COLLOCAZIONE E DESCRIZIONE DELL’OPERA

Trattasi di una scultura lignea policroma situata nella Chiesa di San Giuseppe raffigurante Santa Lucia.

Sul lato sinistro entrando dall’ingresso principale, in una nicchia ricavata nella muratura a circa due metri da terra, trova posto la scultura lignea della santa.

La stessa, viene raffigurata nella sua immagine iconografica più conosciuta: con la mano destra regge una palma e con la mano sinistra un piccolo vassoio con i propri occhi.

La veste principale è verde scuro mentre il manto che avvolge parte del corpo è rosso.

STATO DI CONSERVAZIONE DELL’OPERA

Lo stato conservativo dell’opera risulta mediocre e attraverso il solo esame visivo e tattile è evidente uno spesso strato di gessatura e ridipintura su tutta la pellicola pittorica originale con incamottature posticce nella zona posteriore.

Depositi superficiali ( polvere, ecc…) sono visibili sulla parte inferiore della scultura.

Evidenti le fessurazioni anche profonde sul retro e nella  parte  bassa  della  scultura.

Gli strati pittorici posticci principalmente sulle vesti e sul manto  presentano  vistose quante estese perdite e sollevamenti che interessano anche la gessatura e mettono in evidenza gli strati sottostanti presumibilmente originali.

La presenza di alcuni  fori di sfarfallamento e rosume  sulla  base  indicano un’azione ancora attiva da insetti xilofagi (tarli del legno).

Da indagare la colorazione degli incarnati e possibili decorazioni sulla  parte frontale riscontrabili in contro luce come le dorature e la pedana ricoperte da consistenti strati di porporina.

FASI DELL’INTERVENTO DI CONSERVAZIONE ESEGUITO

Una volta trasportata la scultura in laboratorio attrezzato è stato possibile eseguire una profonda disinfestazione da insetti xilofagi sia a pennello che per imbibizione nella parte inferiore dell’opera e sia ricorrendo alla disinfestazione anossica tramite assorbitore chimico di ossigeno ATCO e sacco chiuso polibarriera EVOH. (vedi foto n.1)

1 – DISINFESTAZIONE ANOSSICA CON SACCO EVOH

Al termine del periodo di disinfestazione e rimossa la plastica di contenimento, si è reso necessario il consolidamento del supporto ligneo con resina acrilica sia per imbibizione fino a rifiuto dalla parte inferiore della scultura che per iniezioni nei fori di sfarfallamento utilizzati nella precedente fase di disinfestazione.

Lasciato evaporare completamente per alcuni giorni il solvente utilizzato per il consolidamento, si è proseguito con le operazioni di pulitura della pellicola pittorica, durante le quali, la rimozione meccanica delle ormai fatiscenti e non più idonee incamottature di garza e scagliola (vedi foto n. 2), hanno evidenziato una precedente pellicola pittorica (colore rosso) e una ancora più antica (blu scuro con stelle dorate) quest’ultima aderente al busto scolpito in noce di una scultura forse riutilizzato per dare forma e dimensione a quella odierna (vedi foto n. 2).

2 – PARTICOLARE DOPO LA RIMOZIONE DELLE INCAMOTTATURE FATISCENTI E PELLICOLE
PITTORICHE PRECEDENTI CON RIUTILIZZO DEL BUSTO DI UNA SCULTURA LIGNEA (IMMACOLATA? )

Per salvaguardare e conservare le stesse pellicole antiche si è reso necessario l’applicazione di uno strato di sacrificio in tela leggera imbevuta di resina acrilica disciolta al 6% in acetone (vedi foto n. 3).

3 – PARTICOLARE APPLICAZIONE STRATO DI SACRIFICIO CON GARZA IMBEVUTA DI RESINA ACRILICA

Successivamente si sono applicati strati di gesso di bologna e colla di coniglio per ripristinare le dovute forme e modanature rasandole poi con carta abrasiva da grana media a quella più fine.

Verificata la presenza sull’intera opera di diversi strati di ridipinture di cui la più recente utilizzava colori a smalto su uno strato di gesso impastato con colla vinilica, si è proceduto eseguendo su quasi tutta l’opera una pulitura sia meccanica a bisturi che chimica a solvente in sospensione con gel di Carbopol (Solvent Gels) .

Il solvente utilizzato è stato scelto dopo averlo testato preventivamente con saggi di pulitura sulle varie cromie dell’opera e tenendo in considerazione il rispetto dei principi della conservazione di gradualità, controllabilità e selettività.

Le stesse operazioni di pulitura sono state eseguite sia sugli incarnati che sulla pedana.

A pulitura terminata si è applicato su tutta la superficie un velo di vernice da ritocco (Lefranc & Bourgeois) data a tampone per ristabilire il giusto indice di rifrazione.

Successivamente, si sono risarcite le lacune, le fessurazioni strutturali del legno che i fori di sfarfallamento degli insetti xilofagi prima con resina epossidica e poi con stucco epossidico in superficie.

La pedana, che presentava profonde fessurazioni e ormai scollegata negli incastri, è stata completamente assemblata e incollata riportandola alla forma e consistenza originarie.

I chiodi come le grappe facilmente removibili, sono stati estratti delicatamente con pinze e tenaglie, mentre quelli di difficile rimozione o interclusi dalla pellicola pittorica e ormai arrugginiti sono stati trattati con convertitore di ruggine e protetti dall’ossidazione con vernice epossidica.

Successivamente, tutte le lacune che presentavano a vista il legno e la resina di riempimento, sono state colmate con stucco (gesso di Bologna e colla di coniglio) per poi rasarle prima a bisturi e poi con carta abrasiva a diversa grana per ripristinare e raccordare gli spessori.

Le lacune e le abrasioni della pellicola pittorica come le nuove gessature sono state reintegrate con la tecnica a velature utilizzando colori ad acquerello per le aree più estese (vesti e basamento) e a vernice per restauro della MAIMERI (incarnati e capelli).

Le dorature in oro zecchino poste sulla parte frontale della scultura e riemerse sotto uno spesso strato di porporine, vernici e cementite, presentavano vistose quanto estese abrasioni e lacune. (vedi foto n. 4 – 5) Le stesse, sono state recuperate, dove necessario, colmando i vuoti con gesso di bologna e pareggiate con carta abrasiva e/o bisturi per poi reintegrarle applicando porzioni di oro zecchino in foglia con tecnica a guazzo e successivamente brunite con pietre d’agata.

4 – DOPO LA RIMOZIONE DI PORPORINE, VERNICI E CEMENTITI
5 – PARTICOLARE LACUNE E ABRASIONI DECORAZIONI IN ORO ZECCHINO

Le decorazioni in argento meccato recuperate sui calzari e i contorni della pedana (vedi foto n. 6 – 7) sono state recuperate completamente applicando vera foglia d’argento sulle lacune  con tecnica a guazzo e stendendo successivamente un sottile strato di vernice mecca.

6 – DOPO LA RIMOZIONE DI STRATI DI VERNICI E STUCCHI SOVRAPPOSTI
7 – PARTICOLARE LACUNE E ABRASIONI E DECORAZIONE FOGLIA D’ARGENTO DELLA PEDANA

Da segnalare il ritrovamento di una reliquia con sigillo a cera lacca nascosto da una coppiglia in plastica all’altezza del petto. (vedi foto n. 8a e 8b)

8a – PARTICOLARE RELIQUIA
8b – PARTICOLARE BOLLA DI AUTENTICITA’

A completamento delle operazioni di conservazione, sull’intera opera, è stata applicata a tre mani una vernice protettiva satinata sulle vesti e una più lucida sugli incarnati (tipo Lefranc & Bourgeois). (vedi foto n. 9)

9 – PARTICOLARE A LAVORI DI CONSERVAZIONE ULTIMATI

Relazione tecnica