Vai al contenuto

Santa Maria Incoronata

LAVORI DI CONSERVAZIONE SCULTURA LIGNEA – “SANTA MARIA INCORONATA”

COLLOCAZIONE E DESCRIZIONE DELL’OPERA

La scultura lignea policroma raffigurante Maria Incoronata trova posto in una nicchia ricavata nella muratura a circa due metri dal suolo e sul lato destro entrando dall’ingresso principale. Viene raffigurata nella sua immagine iconografica più conosciuta nella Capitanata: seduta su un albero di  quercia in  atto di  preghiera con ai lati due putti  e il contadino che prega devoto ai piedi dell’albero.

STATO DI CONSERVAZIONE DELL’OPERA

A prima vista l’opera risulta ricoperta integralmente da ridipinture a più strati, la presenza di decorazioni sottostanti (manto con stelle decorative  in  evidenza  e motivi floreali sulle vesti) evidenzia lo spessore notevoli delle stratificazioni.

Numerose sono le cadute di pellicola pittorica e strato preparatorio in gesso dove precedentemente era stato applicato del nastro adesivo ridipinto.

Alcune aree  decorate sono state ricoperte da porporina a vernice e in molti punti   si può scorgere la struttura lignea compromessa dall’azione dei tarli con fori di sfarfallamento e rosume.

Gli incarnati anch’essi ridipinti con tonalità scure presentano piccoli sollevamenti   e buchi dovuti ai tarli.

Nella parte posteriore della scultura sono presenti delle fessurazioni profonde e passanti dovute quasi sicuramente ai diversi movimenti dei  blocchi  scolpiti  in  legno e ai perni e chiodi in ferro di ancoraggio.

I putti dorati evidenziano diverse parti mancanti (ali,  braccia  e  gambe)  e  abrasioni con cadute della decorazione in oro zecchino.

Il contadino presenta ridipinture a più strati e perdite materiche  sia  della  pellicola pittorica che del supporto in gesso.

Evidenti gli incollaggi posticci di diverse parti (con colla siliconica) e scollegamenti tra le gambe, braccia e busto dell’opera.

FASI DELL’INTERVENTO DI CONSERVAZIONE ESEGUITO

Una volta trasportata la scultura in laboratorio attrezzato è stato possibile eseguire una profonda disinfestazione da insetti xilofagi sia applicando a più passate Perxil 10 già disciolto in percentuale e pronto all’uso stendendolo sia a pennello che per imbibizione nella parte inferiore dell’opera e sia ricorrendo alla disinfestazione anossica tramite assorbitore chimico di ossigeno ATCO e sacco chiuso polibarriera EVOH. (vedi foto n. 1 – 2)

1 –  DISINFESTAZIONE ANOSSICA CON SACCO EVOH
1 –  DISINFESTAZIONE ANOSSICA CON SACCO EVOH

Al termine del periodo di disinfestazione e rimossa la plastica di contenimento, si è reso necessario il consolidamento del supporto ligneo con resina acrilica opportunamente diluita in acetone dal 3% al 6% sia per imbibizione fino a rifiuto dalla parte inferiore della scultura che per iniezioni nei fori di sfarfallamento utilizzati nella precedente fase di disinfestazione.

Particolare attenzione è stata posta nel dosare le percentuali di resina acrilica disciolta nel solvente dall’inizio della procedura fino al completo assorbimento passando da una blanda percentuale ad una più corposa assicurando una penetrazione ottimale.

Lasciato evaporare completamente per alcuni giorni il solvente utilizzato per il consolidamento, si è proseguito con le operazioni di pulitura della pellicola pittorica, durante le quali, la rimozione meccanica delle ormai fatiscenti e non idonee fasciature con scotch carta colorato (vedi foto n. 3), hanno evidenziato le colorazioni della pellicola pittorica originale e la massiccia e prolungata azione delle larve degli insetti xilofagi. (vedi foto n. 4)

3 – PARTICOLARE FASCIATURE CON NASTRO ADESIVO IN CARTA COLORATA
4 – PARTICOLARE DOPO RIMOZIONE CARTA ADESIVA E CAMMINAMENTI DA INSETTI XILOFAGI

Verificata la presenza sull’intera opera di diversi strati di ridipinture di cui la più recente con colori a smalto ed acrilici e la presenza di sottili stuccature in gesso (sulle stelle e sui motivi floreali), si è proceduto eseguendo su quasi tutta l’opera una pulitura sia meccanica a bisturi che chimica a solvente (Acetone, diluente nitro e MEK ) in sospensione con gel di Carbopol (Solvent Gels) in zone mirate e direttamente con impacchi di cotone idrofilo (vedi foto n. 5) .

5 – PARTICOLARE DOPO LA PULITURA CON IMPACCHI DI SOLVENTE

Il solvente utilizzato è stato scelto dopo averlo testato preventivamente con saggi di pulitura sulle varie cromie dell’opera e tenendo in considerazione il rispetto dei principi della conservazione di gradualità, controllabilità e selettività.

Le stesse operazioni di pulitura sono state eseguite sia sugli incarnati che sulla pedana.

A pulitura terminata si è applicato su tutta la superficie un velo di vernice lucida (Lefranc & Bourgeois) data a tampone per ristabilire il giusto indice di rifrazione.

Successivamente, si sono risarcite le lacune, le fessurazioni strutturali del legno che i fori di sfarfallamento degli insetti xilofagi prima con resina epossidica (EPO 127) e poi con stucco epossidico (BALSITE W) in superficie (vedi foto n. 6)

6 – PARTICOLARE DOPO LA PULITURA CON IMPACCHI DI SOLVENTE

La pedana, che presentava profonde fessurazioni e ormai scollegata negli incastri, è stata completamente assemblata e incollata riportandola alla forma e consistenza originarie (vedi foto n. 7)

7 – PARTICOLARE DOPO LA PULITURA CON IMPACCHI DI SOLVENTE

I chiodi come le grappe facilmente removibili, sono stati estratti delicatamente con pinze e tenaglie, mentre quelli di difficile rimozione o interclusi dalla pellicola pittorica e ormai arrugginiti sono stati trattati con convertitore di ruggine e protetti dall’ossidazione con vernice epossidica.

Successivamente, tutte le lacune che presentavano a vista il legno e la resina di riempimento, sono state colmate con stucco (gesso di Bologna e colla di coniglio) per poi rasarle prima a bisturi e poi con carta abrasiva a diversa grana per ripristinare e raccordare gli spessori. (vedi foto n. 8)

8 – PARTICOLARE STUCCATURA E RASATURA LACUNE PELLICOLA PITTORICA

Le lacune e le abrasioni della pellicola pittorica come le nuove gessature sono state reintegrate con la tecnica a velature utilizzando colori ad acquerello per le aree più estese (vesti e basamento) e a vernice per restauro della MAIMERI (incarnati e capelli). (vedi foto n. 9)

9 – PARTICOLARE REINTEGRAZIONE PITTORICA DELLE GESSATURE

Le dorature in oro zecchino poste sulla parte frontale della scultura e riemerse sotto uno spesso strato di porporine, vernici e cementite, presentavano vistose quanto estese abrasioni e lacune. (vedi foto n. 10). Le stesse, sono state recuperate, dove necessario, colmando i vuoti con gesso di bologna e pareggiate con carta abrasiva e/o bisturi per poi reintegrarle applicando porzioni di oro zecchino in foglia con tecnica a guazzo e successivamente brunite con pietre d’agata. (vedi foto n. 11)

10 – PARTICOLARE ABRASIONI E LACUNE DORATURE IN ORO ZECCHINO
11 – PARTICOLARE REINTEGRAZIONE DECORAZIONI IN ORO IN FOGLIA E BRUNITURA

Le decorazioni in argento meccato recuperate lungo le cornici della pedana (vedi foto n. 12)   sono state recuperate completamente applicando vera foglia d’argento sulle lacune con tecnica a guazzo e stendendo successivamente un sottile strato di vernice mecca.

12 – PARTICOLARE REINTEGRAZIONE DECORAZIONI IN ARGENTO

Le parti mancanti nei putti sono state realizzate con del gesso alabastrino utilizzando copie con matrici in silicone da quelli esistenti dalle stesse sculture (ali, braccia e gamba). (vedi foto n. 13)

13 – PARTICOLARE REINTEGRAZIONE IN GESSO ALABASTRINO PARTI MANCANTI

Il tronco di quercia, su cui poggia la scultura, è stato completamente consolidato con il riempimento delle numerose fessure anche passanti e i distacchi della corteccia con iniezioni di resina epossidica liquida (EPO 150) e in pasta (EPO 127).

A completamento delle operazioni di conservazione, sull’intera opera, è stata applicata a tre mani una vernice protettiva satinata sulle vesti e una più lucida sugli incarnati (tipo Lefranc & Bourgeois). (vedi foto n. 14)

14 – A COMPLETAMENTO DEI LAVORI DI CONSERVAZIONE
Relazione tecnica